Frodi informatiche mascherate da grande opportunità
Recentemente un mio concorrente che lavorava presso lo stesso cliente comune mi ha attribuito le responsabilità-colpa del fatto che il software da egli sviluppato non funzionava.
Avevo avvertito da tempo il responsabile presso il cliente che quello scenario si sarebbe realizzato, e puntualmente il concorrente fece false attestazioni su di me in modo da ricavare ancora del tempo per “tappare” gli errori del programma, che a tutta evidenza, funzionava male, perfino usando il computer da loro fornito.
Purtroppo il cliente gli ha creduto, e le conseguenze si vedranno, ma ho dovuto serenamente accettare che egli sbagliasse anche gli informatici stessi a volte non hanno ben chiara la situazione. Come incolpare il cliente di non capire quello che non capiscono nemmeno i professionisti del settore?
Sono certo che fra i lettori molte persone hanno subito da clienti questo tipo di situazioni, a volte arrivando in seguito a pagare con somme enormi, e sicuramente qualcuno ha sviluppato un odio per gli informatici, tanto da assumere che essi sono in genere dei truffatori. Purtroppo mi ritrovo a condividere questa prospettiva.
La tecnica degli informatici truffatori è abbastanza consolidata e consiste nel trovare sempre nuove scuse di tipo tecnico per nascondere la propria incapacità , ma a volte sono essi stessi a usarle per portare il cliente a spendere sempre di più in nuovi apparati, software, assistenza ecc. alguns’ come quelle case farmaceutiche che mirano a mantenere malati i clienti attraverso i propri stessi farmaci e magari a crearne di nuovi.
Ad esempio alcuni affermano che un certo problema deriva da un virus, ma non ne offrono mai la dimostrazione.
Oppure dicono che l’hardware è insufficiente, oppure cercano, quando possibile, di dare la colpa a terzi esterni.
Infine, se non hanno alternative, danno la colpa alla inesperienza dello stesso utente oppure alle sue richieste nuove “non preventivate” che richiedono una revisione del tutto.
E’ una storia vecchia come il cucco nella quale molti si possono rispecchiare.
A tutto ciò non di rado si unisce il fatto che i dipendenti aziendali usano attribuire al PC la responsabilità dei loro ritardi nel lavoro, nascondendosi dietro il “Não funciona” O “è lento” , e questo non solo quando si tratta della loro non capacità o non volontà di lavorare, mamãe, pior, quando non hanno effettivamente il tempo sufficiente per svolgere le proprie mansioni ma non possono dirlo per non rischiare il lavoro.
Ho sempre visto delle frodi informatiche, ne ho pure sventata qualche d’una, in particolare ho sventato alla radice una tentata truffa molto grossa a danno di imprenditori del nord est convinti di entrare in un nuovo business delle comunicazioni in realtà inesistente, su brevetti che non erano altro che “domande” di brevetto.
Nel corso della mia ultra decennale carriera, ho visto dipendenti infedeli consumare denari pubblici e privati in maniera vergognosa e spesso per vantaggi personali. Ma ho visto molta più disonestà fra gli informatici, rimanendone io stesso vittima non di rado.
Fino a poco tempo fa non mi era ancora chiaro che la categoria degli informatici “apicali” (che insomma stanno al vertice) sono perfino mediamente più disonesti degli avvocati e dei commercialisti! Insomma è particolarmente disonesta .
Purtroppo sembra proprio essere così, e basta leggere “sarei milionario” di Paolo Valenti (un informatico) per afferrare la dimensione del problema.
Eppure l’informatica per l’economia è oggi cruciale come il cibo , è centrale in ogni attività quanto la corrente elettrica: si pensi a cosa succederebbe se venisse meno la telefonia, i cellulari e la posta elettronica, che sono ormai tutti sistemi digitali.
L’informatica è oggi il nervo fondamentale di quasi ogni attività, anche dell’agricoltura, e facendo un bilancio globale, direi che siamo arrivati ad una situazione di criticità per la stessa società.
La professione informatica è oggi di estrema importanza e richiede una preparazione anche etica, una regolamentazione equivalente a quella contro le sofisticazioni alimentari.
Non si capisce perché tutti noi pretendiamo dal medico una certa etica, mais , vogliamo che i medici disonesti ed incapaci vengano puniti esemplarmente. Ma per qualche motivo non agiamo allo stesso modo contro la disonestà degli informatici!
Essi sono corresponsabili delle più grandi truffe contemporanee.
Dove sono le condanne per i commercialisti e gli informatici che hanno mascherato i falsi in bilancio delle società ?
Dove sono le condanne dei banchieri che hanno falsificato i conti illudendo i correntisti attraverso dei software appositamente sviluppati ?
La disonesta informatica è l’humus che può portarci alla distruzione della società, e in parte sta già succedendo.
Guardando all’indietro, sono stati la disonestà unita alla tecnica informatica che ha portato allo scoppio delle .COM nel 2000. Si parlava in quegli anni di New Economy, sembrava che tutto si potesse fare nelle praterie infinite della rete internet……. c’erano in realtà tante balle sostenute da informatici compiacenti.
Si sono invece visti una serie di crolli in borsa di queste società, e chissà per quale conseguenza in seguito sono crollate anche le torri.
Si è avuto così un altro decennio “industriale” basato sulla guerra, periodo nel quale la Cina ha fatto la parte del leone, arricchendo il 20% della sua popolazione, ma sopratutto i banchieri internazionali, che hanno investito il denaro in Cina provocando una recessione dell’occidente. Si è insomma vissuto un decennio in stato di guerra, condita da frodi fiscali come quella della Enron, o sulle quotazioni di Lehman Brothers, per non dire Parmalat e forse , oggi si affaccia il dubbio, Monte Paschi ….. , mezzo mondo economico è stato devastato dalle conseguenze dall’uso di una informatica senza etica.
Il fatto è che tutto questo scenario ha in comune la compartecipazione degli informatici al crimine organizzato, senza informatica quelle grandi frodi sarebbero state molto più difficili o impossibili.
Oggi stiamo ricominciando da capo con lo scoppio di prodotti “telematici” come bond e derivati, ma nel frattempo l’informatica è diventata ancora più centrale, più potente, più diffusa, più sofisticata ….
Occorre insomma una normativa che obblighi il responsabile informatico a denunciare le frodi di cui viene a conoscenza nell’ambito del suo lavoro così come per altre professioni ci sono dei paletti nella libertà di agire.
Diversamente arriverà ancora più miseria portata dalle bancarotte fraudolente, e presto il crimine si salderà al controllo degli individui attraverso la loro “identità informatica” (tutto oramai è nei social network e nelle email, in mano a poche aziende).
Abbiamo già visto la distruzione delle attività industriali ed agricole a seguito di truffe finanziarie piramidali, e se non agiremo il virtuale trasformerà in reale i nostri peggiori incubi.
Ci siamo già dentro, il problema è urgentissimo. A quelli che parlano di “liberalismo” e libecrtà chiedo di pagare prima i conti del liberismo precedente salvato da finanziamenti di stato, e faccio cortesemente una gran pernacchia.
Perché nessuno ne parla ? Per incompetenza, ma se vogliamo possiamo anche pensare che i politici sono già d’accordo da tempo per la realizzazione di una grande dittatura tecnologica.