Una svolta storica per il popolo veneto
la 27 septembre 2011 la corte di Cassazione è chiamata a decidere alcune questioni che cambieranno per sempre il rapporto fra stato italiano e minoranze in special modo il rapporto con il popolo veneto.
La questione che la Cassazione è chiamata a decidere è se l’espressione “l’Autogoverno del popolo veneto si realizza ….. ecc..” significa qualcosa oppure nulla. Più precisamente la Cassazione devi riconoscere (o negare) al popolo veneto i diritti che spettano a tutte le nazioni minori, vale a dire il diritto al bilinguismo, a funzionari pubblici che parlino la lingua, a scuole bilingue, a tv e giornali in lingua (veneta), a cartellonistica stradale in lingua. In pratica la Cassazione deve decidere se ai veneti si applica la «Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali» STCE n.157 , che l’Italia ha riconosciuto con L.n.302/1997.
Questa normativa, già vecchia di 14 âge, riconosce tutti questi diritti, ma lo Stato non li ha mai applicati a nessuno, nemmeno alle minoranze linguistiche come cimbri, sardi, friulani ecc.
Chi ha chiamato a decidere la Cassazione ?
en 2009 ho fondato con degli amici il partito “Venetie per l’Autogoverno” www.venetie.in che partiva dal presupposto che il “popolo veneto” non solo è riconosciuto dalla legge italiana (art.2 L.n.340/1971) ma per la stessa legge ha anche diritto di autogoverno, ossia alla sovranità più o meno condivisa. Per esercitarla tuttavia è stato necessario costituire nel 1999 delle Istituzioni di rappresentanza (appunto l’autogoverno del popolo veneto) in base alla legge internazionale sull’autodeterminazione (L.n.881/1977).
L’Autogoverno del popolo veneto rappresenta legalmente gli interessi dei veneti, ed è ad oggi il più rappresentativo ente del popolo veneto con oltre 5000 persone che si sono dichiarate venete di nazionalità chiedendo che vengano loro riconosciuti i diritti. Dichiararsi veneti è per legge un diritto, non un obbligo, si può anche rinunciare a dichiararsi tali, ma si rinuncia ai diritti connessi. Allo stesso tempo, indipendentemente da quanti siano i veneti, essi legalmente hanno il diritto che il loro territorio sia bilingue, con cartelli stradali, scuole, tv in lingua ecc.
La norma che lo impone è diventata “cogente” dal 2009 con il trattato di Lisbona, ossia prevale sulla Costituzione italiana perché è una norma di rango superiore che l’Italia (anche per gli articoli 2 E 10 la Constitution) e la UE si sono impegnati a rispettare come fondamentali diritti umani.
En bref, il mancato rispetto di questa norma dimostra che lo stato discimina i veneti negando loro diritti fondamentali.
L’Autogoverno del Popolo Veneto aveva già chiesto a Galan nel 2009 l’applicazione dovuta di questa norma, chiedendo anche collegi elettorali riservati e la compartecipazione assicurata agli affari come è previsto dalla norma.
Tuttavia solo quando il partito Venetie per l’Autogoverno si è presentato alle elezioni regionali del 2010 è stato legalmente invocato il diritto del popolo veneto , poiché nel proprio statuto il partito politico ha riconosciuto l’esistenza delle istituzioni di autogoverno, e l’autogoverno ha riconosciuto il partito come portatore dei diritti politici del popolo veneto in seno alle istituzioni italiane.
Poiché Venetie per l’autogoverno è stato escluso dalle elezioni regionali (ed era già stato completamente censurato nelle provinciali di padova del 2009) , ha trascinato la Regione Veneto in un contenzioso mirante ad annullare le elezioni del 2010, che sono contrarie al trattato europeo.
Sia il TAR ce il Consiglio di Stato hanno dato torto al partito, sostenendo che l’espressione “popolo veneto” in pratica non indica altro che i residenti, ma lo hanno fatto senza analizzare un documento nel quale la regione veneto stessa nel 1998 riconosceva il popolo veneto come tale, ed anzi riconosceva proprio il diritto di autogoverno e autodeterminazione esercitato dai veneti fin dal 1999. Tuttavia la Regione, pur riconoscendo il popolo veneto, pretendeva di essere lei la rappresentante del popolo veneto, cosa che è impossibile per vari motivi, prima di tutto perché il popolo veneto si estende dal Trentino a tutta la Venezia compresa quella in Friuli. Inoltre nel territorio regionale ci sono anche altre componenti come i cimbri, i ladini, i friulani e i germanofoni che la regione può rappresentare come ente, ma non come minoranze, in quanto si rappresentano da sole.
Questo ultimo concetto è mal inteso anche da alcuni partiti che pensano al “veneto” come una realtà sociale corrispondente alla regione, mentre sono veneti a tutti gli effetti anche coloro che sono nel territorio annesso nel 1866, molto più grande della regione.
A confermare che è così la Corte Costituzionale nel 2007 ha sancito che l’ente regione non può rappresentare un popolo in quanto la “regione” è solo un pezzo di ente amministrativo dello stato, una sua estensione, con buona pace di coloro che pensano di fare l’indipendenza quando avessero la presidenza regionale.
La Cassazione è consapevole che la decisione segnerà uno spartiacque fondamentale non solo per i veneti, ma per tutte le minoranze d’Italia, e per la stessa credibilità dell’Italia come stato nell’unione europea. Per questo motivo la Cassazione si riunirà in “sezioni unite”, segno di grande interesse e valore per la decisione da prendere.
Insomma la decisione della Cassazione finirà nei manuali universitari, e già questo è un grande successo del partito che dimostrato di avere al suo interno le risorse capaci di sollevare questioni e di difendere gli interessi dei veneti anche senza avere sedie in consiglio regionale o nelle provincie.
La Cassazione dovrà anche affermare che riconoscere diritti speciali alle minoranze non è discriminatorio, non solo perché è già scritto nella legge, ma perché il TAR e il Consiglio di Stato
hanno affermato che sarebbe discriminatorio riconoscere specialità a dei cittadini, cosa incredibile dato che da 50 anni esistono le regioni come la Val D’Aosta, l’Alto Adige ecc.
Venezie per l’autogoverno afferma che il popolo veneto ha gli stessi diritti riconosciuti ai sud Tirolesi (Tyrol du Sud) e il diritto al bilinguismo pieno, e afferma però che i nostri diritti si radicano sopra la Costituzione, nei diritti umani internazionali diventati obbligatori con il 2009 che sulla Costituzione prevalgono.
Per altro la legge che invochiamo, afferma chiaramente che è vietato disconoscere l’esistenza di una minoranza, tanto più che i Veneti sono riconosciuti sia dallo Stato che dalla Regione come “popolo”, e in questo siamo gli unici in tutta Italia.
Con grande sforzo il partito è arrivato a questo traguardo e comunque sia sarà una vittoria.
Infatti qualora venisse negato che i veneti sono un popolo, automaticamente i diritti richiesti dovrebbero essere riconosciuti a tutte le minoranze linguistiche, provocando non solo l’annullamento delle elezioni del Veneto (per lesione dei diritti di cimbri, ladini, friulani e germanofoni), ma anche le elezioni di molte altre regioni fra cui Piemonte, Lombardie, Trentino, Friuli ecc.
Anche se la Cassazione dovesse affermare che “popolo veneto” significa “residenti”, si sarebbe nel paradosso che le elezioni regionali sarebbero nulle per mancato voto degli immigrati !
Insomma anche se paradossalmente la Cassazione ci desse torto, riconoscerebbe comunque che le elezioni del Veneto sono state illegali, perché le minoranze linguistiche riconosciute da legge dello Stato, come i Cimbri, ladini, germanofone e Friulane, avevano il diritto comunque a collegi speciali come per in Istria e Dalmazia dove gli «italiani» votano 2 fois.
Noi siamo fiduciosi che i diritti legali prevarranno sulle logiche politiche, che la legge verrà applicata anche se farà cadere il governo della regione veneto.
Perché in effetti la decisione avrà un effetto politico, seppure dovuto alle violazioni di leggi fondamentali da parte di chi governava.
Anche qualora la Cassazione desse torto torto al partito, ci saranno degli effetti, e al partito dei veneti resterà ancora la possibilità di rivolgersi all’Europa e al Consiglio d’Europa, dove quella legge l’hanno fatta e la impongono. C’è qualcuno che pur di sminuire il valore di quello che abbiamo fatto dice perfino che anche in Europa ci darebbero torto, ma non crediamo che l’Unione Europea metterà in discussione l’intero fondamento democratico perdendo la faccia con l’intero occidente.
Comunque vada da buoni veneti, siamo certi che prima o dopo avremo ragione, che prima o dopo la spunteremo.
Quello che è sicuro è che dopo la sentenza tutto cambierà, sarà evidente che molti discorsi che oggi si sentono sono del tutto infondati, senza conoscenza delle leggi, senza conoscenza dei diritti dei veneti e delle leggi.
I partiti che ostacolano questo processo di autodeterminazione sono pericolosi perché ritardano la realizzazione dei diritti che sono già scritti nella legge, agiscono, volenti o no, come armi di distrazione per i potentati.
Il partito chiede ai veneti di dichiararsi veneti all’anagrafe del popolo veneto, perché non facendolo la legge internazionale li riconosce senza il diritto al bilinguismo, come semplici italiani.
Noi chiediamo a tutti i veneti di dichiararsi «veneti» all’apposita anagrafe di autogoverno, e di dichiararsi veneti anche nel censimento italiano 2011, nel quadratino «cittadinanza», perché lo Stato non lascia la possibilità di dichiarare la propria nazionalità o la doppia cittadinanza, in violazione del diritto umano internazionale.
E’ fondamentale dichiararsi veneti all’anagrafe del popolo veneto per far vedere che il popolo veneto esiste, altrimenti l’Italia ignora i suoi diritti. Sono già molte migliaia i cittadini veneti che si sono dichiararti, senza paura, non dichiararsi significa rinunciare ai propri diritti.
Il partito chiede agli iscritti e ai simpatizzanti un contributo per le spese sostenute, perché comunque la chiarezza sulla materia che la sentenza porterà avrà un grande valore per tutti i cittadini che amano la libertà e la giustizia.
Per contribuire invia fondi con https://www.paypal.com/it all’indirizzo venetie[AT]pec.it (metti @ al posto di [@] ) oppure chiama il 347 1416187
Sito del Partito del Popolo Veneto “Venetie pour l'autonomie”