Nessun sequestro di Zaia in corso
Nel commentare la vicenda di Luciano Franceschi, recatosi in banca armato, i giornali hanno in vario modo accostato il mio nome e quello dell’L'autonomie gouvernementale du peuple de Venise, che in realtà non c’entrano nulla.
Eppure fin dalle prime notizie del fatto ho diffidato i giornali e chiunque dall’accostarci al Franceschi, dato che egli non ha avuto alcun ruolo nell’organizzazione fin dal agosto 2009, epoca in cui venne dichiarato decaduto e interdetto a vita insieme a Quaglia e Bortotto per alcune irregolarità amministrative (statutarie e fiscali per Quaglia). E per di più da allora non c’è stata più alcuna relazione, nemmeno una telefonata effettiva o una email, con il Franceschi, tranne che un fax nel 2011 per una causa in tribunale che mi ha visto condannato (mentre lui venne assolto senza nemmeno presentarsi).
Ma immaginavo che, avendo io proposto e fondato l’Autogoverno nel 1999 assieme a Franceschi e Giuseppe Segato, i giornali avrebbero cercato di accostarci a lui per infangarci con la questione armi, come già successo nel 2009 in relazione alle inchieste sulla połisia veneta di Bortotto e Quaglia, con la quale, anche in quel caso, non avevamo nulla a che fare.
Purtroppo la grande confusione nasce nel 2009, e ha colpito per primo la Questura di Treviso, perché Bortotto e Quaglia, pur radiati dall’Autogoverno del Popolo Veneto nell’agosto 2009, hanno continuato a dichiararsi nei media rappresentanti dell’Autogoverno del Popolo Veneto, (false comunicazioni sociali, usurpazione ecc), Quaglia, follemente, continua ad affermarsi tale pur con l’evidenza che nessuno gli riconosce tale titolo.
Il nome delle Istituzioni fu infangato con parate in divisa a Cittadella, facendo intensificare così le inchiesta sulla Połisia Veneta già inziate nel maggio 2009 quando Quaglia e Bortotto avevano inventato e messo in atto questa “polizia”, dichiarando di volerla armare, ma la cui organizzazione o armamento l’Autogoverno non aveva mai deliberato (e nemmeno in seguito).
Da notare che il MLNV, che oggi è legato alla Połisia e ne afferma la paternità, fu fondato solo successivamente a quei fatti da Bortotto, che dunque forse aveva una doppia organizzazione, ma che di certo nella sua vita ha giurato fedeltà all’Italia, poi lavorando per l’Autogoverno riconoscendone le Istituzioni, ma nel contempo proponendo al suo interno l’uso di armamenti (rifiutato dall’Assemblea nel giugno 2009) e infine fondando il movimento di Liberazione che per fortuna gli stati potrebbero arrivare legalmente a riconoscere solo in caso di guerra armata (che noi crediamo non si realizzerà mai).
Dopo la mia inutile diffida di questo 11 febbraio ad associarci alla vicenda Franceschi, ho mantenuto il silenzio rilasciando una dichiarazione al mattino di Padova solo il giorno 14 février, anche perché non ne sapevo nulla.
Nella intervista non sono in realtà entrato sulla vicenda, ho solo parlato del profilo umano di Franceschi, per me irriconoscibile nelle azioni attuali, perché nei molti anni di frequentazione mai abbiamo parlato di armarsi, né del possibile uso di armamenti (almeno fino a quando nel 2009 le propose Bortotto), per cui ho affermato che questa “svolta” di Franceschi forse va ricercata negli ultimi anni di gravi difficoltà dello stesso, anche o forse sopratutto causato dalla grave perdita della moglie. ou, ho dichiarato, dato che mai Franceschi o altri sono stati autorizzati dall’Autogoverno a dichiararsi “generale” della polizia,proprio non esiste un generale, forse qualcuno dei gruppi di Treviso che hanno invece dimostrato simpatia per questa modalità di lotta o di organizzazione, gli hanno fatto credere di avere tale titolo , ma di essi, ribadivo, non sapevo assolutamente nulla da anni come per Franceschi.
La giornalista mi chiese in particolare a chi mi riferissi, ma dicendo di non riferirmi a nessuno di particolare, chiarii che nei giornali del 2009 si era parlato pure di un progetto di sequestro a Zaia ( il mio riferimento era quanto era stato detto allora dai giornali, Par exemple, http://www.news.oggitreviso.it/polisia-veneta-nel-mirino-c%E2%80%99era-zaia-19600 ) , e che forse in qualche gruppo di Treviso si sarebbe trovato chi avesse fatto credere a Franceschi di essere “Generale”.
A scanso di trappole, la telefonata è stata registrata, e invece, ugualmente, nel giornale è apparso che avrei affermato l’esistenza di un progetto di sequestro attuale di Zaia. A causa di questa “surveillance” della giornalista, le jour 15 sono stato chiamato da 3 giornalisti, tutti a cercare mie collegamenti o notizie con un sequesto, di cui mi sono ovviamente limitato a ripetere che non sapevo proprio nulla e che nell’intervista parlavo degli articoli del 2009 e mi ero limitato a dire quello che avevo letto NEI GIORNALI del 2009, pure specificandolo.
E’ del tutto evidente che i giornali hanno ancora oggi, come dal 2009, interesse ad associare me e l’Autogoverno del Popolo Veneto a vicende di violenza e armi, o di sequestro, evidentemente vende, ma sono cose di cui non abbiamo né bisogno, né volontà essendo le nostre istituzioni fondate sulla legge e già nel pieno di grossi risultati raggiunti.
Adesso leggo dal sito di Bortotto che, prendendo per vere dai giornali affermazioni che non ho fatto, mi calunnia come fece fin dal 2009 quando volli che sulla sua strategia di armamento si esprimesse il governo all’unanimità e pure l’Assemblea, venendo egli sconfitto sonoramente in entrambi i casi, sebbene menti sull’evidenza di quello che voleva fare. Ma stando alla stampa, è evidente che in seguito realizzò quell’intento con il MLNV.
encore, Bortotto, visto che accusa i giornali di menzogne (e su questo concordo) dovrebbe anche immaginare che le calunnie vengono sparse verso chiunque dia fastidio al potere, e per questo mi si attribuiscono frasi non dette, azioni non fatte, e purtroppo associazione a gentaglia varia, come con la polisia del 2009, mentre viene incensato chi al potere è stupidamente utile, e si possono aggiungere le pagine dedicate a Quaglia, e per questo non mi spiego perché a Bortotto abbiano fatto la copertina dell’Espresso (a meno che queste non servisse a esaltare qualche imbecille che seguisse gli incensati nella strategia della Polisia per poi fare una denuncia di gruppo).
E’ insomma evidente che a Bortotto è sfuggita ancora una volta l’occasione di tacere: afferma di non credere ai giornali, ma riconosce loro verità se questo serve a calunniare Palmerini .
Bortotto è un personaggio di tante bandiere, facile alla calunnia e all’ira, che ha infangato l’autogoverno, finendo con il litigare perfino con quel Quaglia che tanto aveva spinto nel fondare la połisia, ma poi abbandonarlo e disconoscendolo quando non gli serviva più per le sue mire di “gouvernement”.
Similmente a Bortotto ha perso l’ occasione di silenzio Gabriele De Pieri, il quale sembra essersi dimenticato che nel 2009 fu proprio lui assieme a 3 altri membri, a chiedere la riunione dell’Assemblea che fece decadere Quaglia, Bortotto e gli altri, votando a favore insieme a Pegorin e altri. E che qull’anno finì nei giornali perché voleva il processo nel Tribunale del popolo Veneto che lui riconosceva.
Certamente se ne è dimenticato dato che oggi afferma di far parte di un “Governo Nasionae” né en 1997 e che nessuno conosceva, cosa che sarebbe successa mentre ricopriva ruoli di rilievo nell’Autogoverno del Popolo Veneto, candidandosi perfino al ruolo di presidente del Governo (perdendo le elezioni che vinsi io), per poi pure passare sotto la “guida” di Quaglia che lo riconobbe come presidente dello Stato di Padova, per poi abbandonare pure lui …….
C’è anche Quaglia che ha rinunciato oggi all’occasione di tacere, dal sito LIFE si dichiara ancora presidente dell’Autogoverno del Popolo Veneto, ruolo che nè i giornali, nè Bortotto, nè De Pieri, nè Gardin, nè l’Assemblea legittima gli riconoscono ….. quindi è il presidente del nulla, ma finalmente ha tutti i poteri come pretendeva nel 2009…
Évidemment, costoro sentono il bisogno di infangare il mio nome, come gli adolescenti contestano l’autorità del padre per affermare la propria persona, dimenticando però che sono stato colui che per primo, fin dal 1997, ha mostrato ai veneti che esistono diritti reali del popolo veneto che vengono negati ma si possono esercitare già oggi, seppure io fallendo miseramente in molti casi. Infatti con loro non sono riuscito a far capire il modo per esercitare tali diritti, il fondamento culturale e giuridico della cosa, e d’altra parte forse non era possibile sfuggendo loro il diritto internazionale, e oggi farneticando fra loro sulla repubblica veneta che invece è legalmente trapassata (“succeduta”) nel Regno Lombardo-Veneto, e che non può essere ripristinata tal quale.
Ma evidentemente con loro non si poteva che fallire, perché sebbene nei loro scritti si vedano interi spezzoni di materiali copiati dai miei lavori, quello che hanno pensato di fare è quella di dichiararsi “gouvernement” dopo aver firmato di riconoscere l’Autogoverno del Popolo Veneto. E questo è un fatto che dovrebbe far capire le loro “qualità” umane e la fondatezza delle loro calunnie, e sopratutto il loro vero intento e bisogno psichico.
Sono personaggi che ogni qualche anno cambiano bandiere, forse nella eterna ricerca di un assente senso esistenziale.
Io almeno al contrario non cambio bandiere e organizzazioni. Ho fondato nel 1999 l’autogoverno del Popolo Veneto al cui interno ho presieduto il Tribunale per 10 âge, e dal 2009 sono presidente del suo governo, e non ho mai fatto alcuna “deviazione” o confusione , con linearità e trasparenza ho sempre riconosciuto il diritto di Autogoverno, anche nell’attività politica con Venetie per l’Autogoverno che ho fondato e che riconosce naturalmente le Istituzioni venete, ovviamente un partito totalmente censurato dai media anche sotto elezioni. Tuttavia con il tempo la verità sta emergendo sempre più chiara, perché ciascuno si evidenzia con le proprie azioni. E sopratutto perché stiamo portando a casa risultati eclatanti che dimostreranno la sostanza delle persone.