La cultura veneta non è di destra né di sinistra
Ces dernières années, la gauche a dû faire face au retour clandestin à la culture vénitienne par les couches populaires, che si può misurare con l’aumento dei parlanti la lingua veneta, également aimé par les immigrés comme forme d'intégration. Con la globalizzazione si è infatti riscoperto il valore dei modelli sociali tradizionali, dell’unità familiare che è una mini “société” naturel. Un modello storicamente veneto che è vincente tanto che anche la Cina lo sta valorizzando finanziandolo più delle banche. Un modello che oggi conosce la crisi solo perché portata dall’esterno del mondo veneto, dall’Italianità della inettitutdine politica, dell’essere governati dall’inefficienza, de l'insouciance, du gaspillage honteux de l'argent, e dall’omertà dei sistemi politici e amministrativi,cose che nulla hanno a che fare con l’ancestrale desiderio di legalità e solidarietà dei veneti, de leur amour pour le leur “autour” che si scoprono sempre più “quelque chose de différent” dall’essere italiano. Sans considérer le parasitisme d'État, et faux invalides, l’evasione fiscale maggioritaria nel Sud d’Italia, et avec les syndicats qui protègent les jeunes protégés et précaires, ora con l’aggravamento e delle multinazionali della globalizzazione che “ils mangent” ogni identià e ogni specificità culturale. Ajoutez à cela la crise néfaste et inévitable de l'État italien, resserré par la dette publique qui doit renoncer à la démocratie pour se sauver “évaluation”.
Face à cet inévitable réveil des Vénitiens, même sous couvert d'antagonisme politique. La gauche a essayé de rattraper, au moins pour grignoter quelques voix en Ligue, même créer des feintes “alliages” che possano confondere l’elettore, come d’altra parte anche la destra sta facendo perché non può più accontentare la sete di potere della Lega che rimarrà strangolata dallo stesso sistema che lei ha favorito . Bien sûr, certains croient en cette approche coquette et fausse du peuple vénitien, e così succede che nella sede di Treviso della CGIL sventoli il gonfalone di San Marco, maintenant purifié de la charge “Ligue du Nord” qui en avait fait un drapeau de la “Ligue”.
E’ c'était au moins un long processus 15 ans celui qui a vu le Leon di San Marco “andante”, la bannière vénitienne, pour nettoyer des briseurs de grève de ceux qui l'ont utilisé à des fins de fête pour redevenir le drapeau national de la Vénétie. Il PDL-Lega ha ora concluso il programma concordato dal notaio quando si salvò la lega dal tracollo CrediEuronord, et ici on voit une approche souterraine et lente de la Ligue vers la gauche. Dans le même temps, les mouvements sont financés par la droite pour agir comme une nouvelle ligue de droite, promettant toujours une sécession que seul le peuple vénitien avec son autonomie a le droit de faire, il resto è legalmente impossibile.
Face à ces logiques, face au fait que personne n'apporte de résultats concrets mais uniquement des fauteuils, pas même un Bottacin à Belluno ou une Lega à Rome, quello di schierarsi a destra o a sinistra è un errore nel quale i veneti non devono cadere, così come è stato un errore far identificare la cultura veneta e la lingua quale proprietà della destra o della lega (et quelqu'un essaie maintenant avec la gauche) : il risultato è che non si è portato a casa proprio nulla di concreto per 15 âge, dans le respect de la logique de “super fête” De Rome. Bien sûr, cela ne signifie pas qu'il n'y a pas de Vénitiens de droite, de gauche, radicaux, libéralistes, e di sicuro c’è pure qualche massone e qualche mafioso (si distingono fra loro per l’aspetto finanziario).
Voglio dire che fintanto che la lingua veneta non sarà insegnata nelle scuole come è diritto legale per la legge n.302/1997, è un errore che i veneti vadano a destra o a sinistra. E’ già stato un errore nel passato, direi anzi che è già maturo il tempo di dire che la cultura e la storia veneta non è quella del Sud Tirolo, della Val d’Aosta, ou Piémont, e che il diritto legale dei veneti all’autogoverno è unico sul piano del diritto internazionale, rien à voir avec les référendums et les sécessions.
Ecco perché quando vedo che si sottopone la cultura e l’identità veneta al raggiungimento della dignità DOPO un qualche altro obbiettivo (que c'est du fédéralisme, ou socialisme, o l’indipendenza dello stato d’Israele, ou même la protection du prolétaire) J'ai peur, perché so che quella persona non sta aiutando il popolo veneto, au lieu de cela, il essaie de l'exploiter à d'autres fins. Sans surprise (perché realmente accaduti) la connaissance progressive de l'histoire des gouffres sera des antidotes à ces tentations, le rôle des communistes dans le génocide d'IstroVeneto, et la connaissance de la manière dont le gouvernement italien a agi dans ces 145 âge (de 1866!) domaine, e credo che in effetti sia molto facile verificare che sia la destra che la sinistra in realtà nutrono profondo razzismo verso la cultura veneta, così antica e radicata nel buon senso, mais aussi riche en réalisations sociales encore inaccessibles pour l'Etat italien. E d’altra parte, comment pourrait-il en être autrement étant donné que les Vénitiens ont 4000 des années d'histoire sur les épaules (si non 7000) e le filosofie che stanno dietro alla destra e alla sinistra appena poco più di 200?
Walter Petese
6 décembre 2016 @ 11:10
Ces documents et idées ainsi que d'autres circulent sur le net et alimentent les régionalismes à tort ou à raison, il pericolo sotteso è che per celebrare una cultura spesso si addita le altre o altri ignari e innocenti di talune e talaltre responsabilità creando fratture, victimisation, désunion, distance, Divisé, conflit . Dimenticando pero di passare attraverso l’autocritica, ses propres erreurs ou honte ainsi que ses limites.
Riguardo certe indicazioni o allusioni ritenute come il male di cui sarebbe stato vittima il Veneto e non soggetto protagonista arricchitosi all’ombra o nella luce del Sistema Italia ci sarebbe molto da dire e ridire sino a correggere persino la Storia scritta .
Cosicchè l’argomentare si veste di funzione politica, chevauchement souvent idéologique avec le christianisme, utilizzando la necessità di identità dell’individuo per meri scopi politici. Questi signori dell’irresponsabilità si elevano alla stessa stregua di coloro che criticano, les conclusions pour vous.
Walter Petese
Loris
13 décembre 2016 @ 02:05
Le commentaire lui-même est une représentation parfaite de ce qu'il dit