Tournant historique pour la question vénitienne.
I Veneti furono una superba nazione della storia oggi diventata parte degli italiani, o esiste ancora se pur sotto amministrazione italiana?
Se non esistono, più i veneti, cosa significa l’espressione “Peuple vénitien” scritta nella legge costituzionale votata dal parlamento nel 1971?
la “Peuple vénitien” come nazione corrisponde ai residenti (quindi non ha alcuna identità linguistica e storica, e tutti i residenti sono veneti), o i veneti in quanto diversi per storia, identità, lingua ecc hanno dei diritti legali speciali come le altri nazioni minori che dal 2009 sono totalmente protette dall’Europa?
Queste domande avranno una prima risposta il 26 septembre 2011, data storica, epocale per il popolo veneto.
A darla sarà la Corte di Cassazione , il più altro tribunale dello Stato italiano (oltre alla Corte di Cassazione cui però i cittadini non possono ricorrere).
La Cassazione è stata chiamata a rispondere dal partito politico “Venetie pour l'autonomie” (www.venetie.in), l’unico partito che legalmente rappresenta gli interessi del popolo veneto come nazione diversa da quella italiana.
Venetie infatti afferma che il “Peuple vénitien” non è una realtà astratta, nè corrisponde ai residenti del Veneto, anche perché basta guardare al Friuli-VENEZIA-Giulia, dove, lo indica il nome stesso, ci sono molti veneti. en effet, fino a pochi decenni fa il “Vénétie” era fatto di queste terre unite ed altre ancora, non lo striminzito ente amministrativo di oggi.
Il partito Venetie all’inizio del 2010 ha chiesto alla regione Veneto la modifica del sistema elettorale regionale (di competenza regionale), era la Giunta Galan, chiedendo il rispetto della norma internazionale sulle nazioni minori.
La loi 302/1997, En fait, di cui nessuno aveva mai parlato fino ad allora, prevede che le nazioni minori ( come i veneti ) hanno dei diritti umani intoccabili, ossia i diritti al bilinguismo, alla cartellonistica stradale in doppia lingua (in questo caso veneto-italiana), a tribunali in lingua veneta, a funzionari che conoscano la lingua.
La norma prevede anche che le scuole siano bilingue, se c’è abbastanza richiesta anche in lingua madre veneta e seconda lingua italiana. Tutto questo porta con sè anche un certo autogoverno fiscale, perché le nazioni non possono essere private del proprio reddito.
Alle richieste di Venetie si sono opposte non solo la Regione, ma ben 4 livelli di giustizia, 2 elettorali, 2 giudiziali, ed anche la nuova giunta Zaia, a guida Lega Nord, non vuole sentirne parlare, perché la sua applicazione annullerebbe le sue stesse elezioni.
Ma il 26 settembre lo Stato è chiamato a mostrare il suo vero volto , e a dare una svolta alla questione veneta, de toute façon.
Infatti lo Stato Italiano, per dar torto a Venetie, dovrebbe negare validità alla legge di un suo ente, perché è stata la stessa regione veneto ad affermare nel 1998 che il popolo veneto non è una “entità astratta” ma un realtà concreta.
Fu la storica Risoluzione 42 ( http://www.statoveneto.net/risoluzione42.html ) ad affermarlo.
La cosa buffa è che in quella risoluzione, non solo si riconosceva che i veneti sono sovrani, ma si chiedeva ance un referendum per l’indipendenza, e a firmarla fu , fra gli altri lo stesso Galan!
La question devient “poteva la regione riconoscere l’esistenza dei veneti”?
Se sì, allora sarebbero dunque ben 14 anni che l’Italia sta violando la norma 302 la 1997 che riconosce ai veneti il bilinguismo e i diritti di minoranza.
Altrimenti si tratta di capire se in italia esistono o meno “minorités nationales” oppure se esse siano le “minoranze linguistiche” di cui parla l’articolo 6 la Constitution.
Questo punto di discussione è molto importante, e comunque deciderà la Cassazione porterà all’annullamento delle elezioni regionali del Veneto.
Infatti se le minoranze linguistiche sono le popolazioni di lingua diversa (e lo stato ne ha riconosciute diverse fra cui i francofoni, les occitans, i germanofoni, i ladini, i cimbri, i friulani, gli sloveni, i serbo-croati, gli albanesi, i sardi) chi sono le “minorités nationales” ?
Nella costituzione italiano non è specificato nulla rispetto alla questione delle minoranze nazionali, la materia non era nemmeno presente nella testa dei costituenti, usciti dal fascismo e in molti con la testa proiettata verso il comunismo.
Semplicemente si è sempre creduto che “minoranze linguistiche” E “minorités nationales” sono la stessa cosa.
Ma non è così per le leggi internazionali ! Infatti le minoranze Linguistiche e regionali hanno diversi diritti , previsti dalla “Carte Europea sulle lingue minoritarie e regionali” mentre la “Carta Europea sulle minoranze nazionali” ratificata dall’Italia con legge n.302/1997 riconosce diversi diritti alle minoranze nazionali.
Se la cassazione darà torto al Partito, affermando che i 2 tipi di minoranze sono la stessa cosa, allora significa che l’Italia ha violato i diritti di minoranza i francofoni, occitani, ladini, i cimbri, friulani ecc , i quali non hanno avuto per nulla dei collegi speciali e riservati.
Occorre sapere infatti che i cimbri e i ladini del Veneto, come i friulanofoni e gernofoni, avevano anche loro scritto a Galan per avere il rispetto dei loro diritti, senza nemmeno ottenere risposta, come Venetie per altro.
Allora succede che in ogni caso le elezioni del Veneto andranno annullate, perché i diritti minoranza o non sono stati rispettati per i veneti (in quanto minoranza nazionale riconosciuta dalla stessa regione, detentrice di questa potestà) oppure le minoranze linguistiche-nazionali cimbre, ladine, germanofone e friulanofone del veneto sono state negate nei loro diritti , determinando che comunque si devono rifare le elezioni della regione veneto, ma anche di Friuli, Trentino, Piemonte, Calabria, Puglia, Sardegna e dovunque ci siano minoranze linguistiche.
E’ un bel problema, una svolta COMUNQUE storica.
A comprovarlo è il fatto che la Cassazione ha deciso di riunirsi in “sezioni unite” cosa che fa solo quando la questione è di somma importanza.
à parler, questa sentenza finirà nei manuali universitari, sarà un precedente che determinarà il futuro assetto democratico dell’Italia.
notamment, l’italia deve mostrare che non solo è in grado di tenere i conti a posto, ma è anche in grado di rispettare le minoranze nazionali come i veneti, è in grado di non aver più quell’atteggiamento predatorio e ostile che l’ha portata a cancellare la storia veneta dai libri di scuola, interferendo gravemente anche nell’educazione dei figli.
Insomma per il Partito Venetie per l’autogoverno sarà comunque una vittoria, oltretutto se la Cassazione rifiuterà la richiesta di riconoscimento dei Veneti, al partito resta ancora la carte del Consiglio d’Europa, che sicuramente gli darà ragione (è una legge loro!).
Per il popolo veneto sarà comunque un grande momento di svolta: forse si renderà conto che uno stato ostile non vuole riconoscere alcuna specialità ai veneti, e che per loro i diritti di bilinguismo riconosciuti ad altri non valgono.
Forse sarà inutile parlare in futuro di appartenenza all’Italia se non come servitù.
Forse sarà inutile ,come si è fatto negli ultimi 20 âge, parlare di Autogoverno del Popolo Veneto, come per altro ha fatto la regione nel 1998.
Ed allora per i veneti, dimostrato il razzismo dello Stato, non resterà che la strada della legittima sovranità totale.