Le storie di Gabriele De Pieri: un caso umano
Il Signor De Pieri Gabriele si è iscritto alla anagrafe del Popolo Veneto nel 2002, e ha in séguito mantenuto un contatto diretto con l’allora Presidente del Governo, Franceschi e saltuariamente con me. Nessuno però gli diede ruoli di prestigio.
Su richiesta di Franceschi nel 2005 De Pieri si è mostrato alla festa dei Veneti di Cittadella portando il vestito da “poliziotto veneto”, una divisa dimostrativa inventata da Franceschi (solo una allegoria perché non c’era stato un decreto) e che lo stesso affermò in seguito essere costata i migliaia di euro spariti dalla cassa.
quando no 2008 il Tribunale di Venezia sentenziò il “absoluta falta de jurisdição” sulla base del lavoro di studio del Palmerini, De Pieri è in prima fila e decide per attivarsi del tutto nelle istituzioni.
Ad inizio 2009 infatti De Pieri si candida per le seconde elezioni all’Assemblea dei Membri (il parlamento nazionale veneto su base elettiva), e da eletto partecipa a diverse votazioni ma non riesce ad avere altro ruolo.
Qualche mese dopo (2009) partecipa alle elezioni della provincia di Padova e si candida nel collegio del suo paese per la lista Venezie per l’Autogoverno, con candidato presidente Loris Palmerini. Purtroppo riceve soli 9 voti, meno degli candidati della lista (http://elezioni.provincia.padova.it/elezioni.php?req=3&dati=1&elezione=16&comune=64 ). Cioé se stava zitto facilmente prendeva qualche voto in più.
Però quando si scopre che Quaglia (presidente del Governo) e Bortotto (capo della polizia) attuano sistematiche violazioni di statuto, De Pieri apparentemenre si schiera con il rispetto dello statuto e della legalità. Su richiesta di De Pieri stesso e altri 3 membri, viene convocata l’Assemblea e nell’agosto del 2009 la stessa delibera la radiazione a vita degli stessi e dei seguaci ( http://www.statoveneto.net/assemblea/?p=37 e http://statoveneto.net/governo/ecco-alcuni-crimini-per-i-quali-lassemblea-ha-fatto-decare-quaglia/ ).
Era successo che il presidente del Tribunale era venuto casualmente in possesso di fatture personali che Quaglia e il suo ministro Zanatta trafficavano con San Marino attraverso le email del Governo, mescolando gli affari privati con le Istituzioni oltretutto in un momento in cui San Marino era sotto le indagini e assediato dalla Guardia di Finanza Italiana. De Pieri e il resto dell’assemblea decretarono la decadenza a norma di statuto, di Quaglia e Bortotto anche per sistematiche violazioni dello statuto stesso.
Quaglia e seguaci, espulsi a norma di statuto, si riuniscono ugualmente il giorno dopo l’espulsione e “deliberano” invalidamente (per lo statuto) che egli non solo resta capo del Governo, ma è anche capo dell’Assemblea (ruolo da cui si era dimesso per diventare capo del Governo), ed è anche capo della magistratura , cosa vietata dallo statuto.
Nel settembre 2009 l’assemblea legittima, incurante di Quaglia e le sue farneticazioni, si riunisce per votare il nuovo capo del governo, e De Pieri si candida. Tuttavia perde, l’elezione viene vinta da Palmerini quando lo stesso aveva chiesto che cosa avrebbe fatto se la polizia lo avesse fermato. De Pieri diede una risposta che fece ridere tutti, ma che era la risposta di quello che in effetti fece anni dopo. Palmerini aveva annunciato le sue dimissioni da Presidente del Tribunale ancora prima dell’espulsione di Quaglia.
De Pieri accetta la sconfitta, tanto più che si trovava a doversi difendere in tribunale italiano dall’accusa di aver tentato di investire un carabiniere.
Era successo 2 anni prima che era passato per un centro abitato con il proprio camion in percorso vietato. Fermato da un carabiniere noto per essere irascibile, De Pieri rifiuta di presentare i documenti, poi li mostra ma se ne va dicendogli “10,100,1000 Nassiria” . Il Carabiniere si pone davanti al camion per bloccarlo dalla partenza, ma De Pieri fa per partire ugualmente fingendo di investirlo. Denunciato.
De Pieri chiede a Palmerini di aiutarlo, e lo porta dal suo avvocato a cui Palmerini espone il ricorso da lui stesso presentato un anno prima al tribunale di Padova, nel quale chiedeva il giudizio alle autorità di autogoverno in base alle leggi italiane ed in quanto unico giudice naturale.
Del ricorso di Palmerini i giornali non avevano data alcuna notizia, ma dell’identico ricorso di De Pieri il Mattino di Padova fa una uscita in ottobre (http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-Italia/Padova-indagato-chiede-di-essere-giudicato-dal-tribunale-del-popolo-veneto-116037/ ) rilanciata da diverse agenzie (http://www.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2009/10/06/Cronaca/PADOVA-RICUSA-IL-GIUDICE-VUOLE-CHE-SIA-VENETO_115308.php ) e siti.
De Pieri comincia a pensare di essere il prescelto del destino, e intima a Palmerini di dimettersi da capo del Governo. In Prato della Valle, dopo una intervista del mattino di Padova organizzata da un amico di Palmerini (intervista mai pubblicata) De Pieri pretende di essere riconosciuto come nuovo presidente, dicendo che pure l’espulso Quaglia doveva farlo. Palmerini gli dice che ci sono degli statuti, che si deve presentare all’Assemblea se vuole e che Quaglia è stato espulso definitivamente. De Pieri lo minaccia e lo spintona.
De Pieri non si fa più vedere e ricompare come presidente del neo-costituito Stato di Padova facente parte della Repubblica Veneta presieduta da Quaglia (che pure afferma contemporaneamente di essere il presidente del governo e pure della magistratura e dell’assemblea di autogoverno).
Purtroppo il De Pieri presidente dello Stato di Padova viene fermato dalla polizia e esibisce una “patente” veneta (http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2011/03/08/news/venetista-trattenuto-dai-carabinieri-perche-mostra-la-patente-veneta-1.1271216 ) pretendendo l’assoggettamento dei poliziotti.
Non è noto per quale motivo De Pieri e Quaglia arrivino ai ferri corti, ma d’altra parte anche Bortotto aveva nel frattempo lasciato Quaglia per fondare un movimento di liberazione e una anagrafe scopiazzata da Palmerini.
Tuttavia nel 2011 De Pieri inizia una parabola di assurdità sempre più irrealistiche.
Comincia a dire di essere il presidente della Repubblica Veneta (al posto di Quaglia?), ma di un governo fondato ben nel 1997 (??). Afferma di avere avuto il riconoscimento ONU, e pretende che esso sia costituito dal timbro di deposito di una richiesta di riconoscimento (!?).
Anche De Pieri capisce l’utilità di una anagrafe del popolo veneto come quella creata da Palmerini, e anche De Pieri come già l’avv. Selmo di Verona, e poi Quaglia e poi Bortotto, comincia a registrare gli ignari avventori. Però De Pieri è l’unico a dire che l’Anagrafe è la prima nata, che è nata nel 1997, e quindi comincia a raccontare che Palmerini lo ha copiato in tutto ( in questo anche Quaglia si è avventurato). Inoltre comincia a sostenere che Palmerini è dei servizi segreti (risulterà in seguito che in realtà spargeva questa calunnia da anni). A riprova dell’accusa a Palmerini esibisce un documento del 1997 (avuto probabilmente da Quaglia e che solo dei magistrati possono avere ) dove Palmerini chiede di essere sentito per parlare dei veneti nel processo ai Serenissimi. Palmerini aveva già giustificato la denuncia come un tentativo per farsi sentire dai magistrati al fine di far valere il diritto legale di autogoverno del popolo veneto nel processo ai Serenissimi, ed inoltre per portare la questione dei brogli da Palmerini denunciata e la ineleggibilità di Berlusconi per affermare che lo Stato non può avere 2 pesi e 2 misure . Pur di farsi sentire nella richiesta Palmerini affermò di conoscere alcuni movimenti, che in realtà non aveva nulla a che fare ed infatti nessuno a quel tempo non lo conosceva. Il magistrato non lo ha mai sentito tanto più che erano note e diffuse via internet le sue denunce che sono diventate cronaca nota nel corso degli anni successivi (dossier denunce brogli elettorali di Palmerini all’indirizzo http://italia.8m.com/salva/ ).
Purtroppo per De Pieri è indispensabile distruggere la reputazione di Palmerini, e così si inventa pure che poco prima di morire Bepin Segato gli avrebbe confidato cose orribili su Palmerini, dicendogli di stargli distante. Anche questi fatti purtroppo vengono smentite da diverse prove, per primo il fatto che Segato e Palmerini si erano sempre frequentati, tanto da dare vita al “Comitato per le belle Costumanze Venete” per promuovere il capodanno. Ed inoltre sfortunatamente per De Pieri nel 2009 l’editore Gardin (che ha pure egli in odio Palmerini) ha pubblicato le lettere dal carcere di Segato dove egli scrive, Ao contrário, che la magistratura voleva che incastrasse Palmerini, e siccome Segato non lo fece subì del carcere ingiusto aggiuntivo (ver http://www.palmerini.net/blog/segato-preferi-la-tortura-della-prigione-piuttosto-che-accusare-falsamente-palmerini/)
Purtroppo De Pieri ha continuato nella sua parabola di fantasie arrivando a dichiararsi Doge della Repubblica e comunicando che durante la notte San Marco gli parla in sogno e gli indica la via per ripristinare la chiesa “copta” di Venezia. Sulla scorta di questo ha raccolto una serie di denunce da parte dell’autorità senza che questo gli abbia valso il riconoscimento. Tuttavia nel 2012 ha dichiarato pubblicamente al convegno di Jesolo di aver avuto il riconoscimento della validità del documento in quanto gli era stata appioppata una multa di sosta vieta con citato il suo documento della “Repubblica Veneta” (in realtà per il poliziotto può bastare anche il tesserino dell’autobus o della biblioteca).
Il sindaco del comune di De Pieri, sopratutto a seguito delle segnalazione dei parenti di De Pieri, ha espresso turbamento per il caso, e per il comportamento di De Pieri, fino a chiedersi se era il caso di ordinare il ricovero coatto.
Il piccolo gruppo di seguaci che De Pieri aveva raccattato riciclando il materiale di Palmerini si è via via sfaldato quando la gente ha cominciato ad indagare sul suo odio per Palmerini, fino a lasciarlo solo con il suo amico del cuore, Pegorin, anche lui già membro dell’Assemblea del Popolo Veneto fondata nel 1999 da Palmerini, Segato e Franceschi.
Purtroppo questo tipo di personalità sono quelle che il regime e i media usano per tenere i veneti lontani dalla loro libertà (ver http://www.palmerini.net/blog/una-tecnica-di-regime-mettere-in-tv-limbecille-che-rovina-tutto-il-movimento/)